Il bilinguismo infantile è un tema attuale? Assolutamente sì, ma non è affatto un tema nuovo nella storia del mondo e, in particolare, in quella del nostro Paese.
Si può dire che fino a una manciata di anni fa, quasi tutti i cittadini italiani fossero bilingue, considerando che l’Italiano era una lingua “in più” che veniva insegnata a scuola e che si aggiungeva al bagaglio linguistico precedente, acquisito dal bambino parlando con la propria famiglia in dialetto regionale.
Oggi la situazione non è molto diversa: in Italia stanno sviluppandosi generazioni di giovani bilingue che “aggiungono” l’italiano alla loro lingua madre, originaria di un luogo spesso lontanissimo dall’Italia.
Questi bambini, figli di stranieri ma nati o cresciuti in Italia fin dai primissimi anni della propria vita, sono bilingui precoci e la loro mente funziona in maniera completamente diversa da quella degli altri bilingui.
Come funziona il cervello di un bambino bilingue?
Si parla di bilinguismo simultaneo precoce nel momento in cui un bambino apprende contemporaneamente due lingue, utilizzandole con la stessa frequenza e con la stessa padronanza.
Si parla invece di bilinguismo consecutivo quando un individuo che è cresciuto con una sola lingua madre ad un certo punto comincia ad apprendere una seconda lingua.
Quando i bambini crescono come bilingui simultanei precoci, utilizzano entrambi gli emisferi del loro cervello per sviluppare due diverse strategie di apprendimento e di utilizzo: una per ognuna delle lingue a cui i bambini sono esposti.
Questo significa che i bilingui simultanei non traducono da una lingua all’altra: semplicemente sono in grado di parlare in una lingua e nell’altra.
Se l’apprendimento delle due lingue è invece consecutivo, il bambino (come l’adulto), tenderà a utilizzare la struttura della propria lingua madre per imparare a utilizzare una seconda lingua e, per farlo, si limiterà all’uso del solo emisfero sinistro del cervello, che lo aiuterà a creare una serie di corrispondenze tra le parole della sua lingua madre e della sua seconda lingua.
Vantaggi e svantaggi dell’essere un bambino bilingue
Un bambino bilingue simultaneo e precoce non avrà bisogno di compiere un passaggio fondamentale per chi invece ha imparato una seconda lingua da adulto: la traduzione meccanica da una lingua all’altra.
Chi è stato un bambino bilingue simultaneo e precoce ha quindi un enorme vantaggio nell’interpretariato: non dovrà sostenere l’enorme fatica mentale di passare continuamente da una lingua all’altra poiché padroneggia entrambe con la stessa facilità di una lingua madre, inoltre riuscirà a tradurre senza sforzo ed esitazioni anche frasi dalla struttura complessa.
Gli svantaggi dell’essere bilingue derivano invece soltanto dall’essere bilingue consecutivi: non è raro che le abilità sviluppate nella seconda lingua siano molto inferiori rispetto a quelle che si posseggono in lingua madre. Inoltre, è possibile che si presentino a lungo inferenze della lingua madre nella costruzione di frasi nella seconda lingua, cioè che ci si limiti a produrre “copie” delle proprie frasi in lingua madre, senza riuscire a rispettare a pieno le strutture e le unicità sintattiche della seconda lingua.