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La traduzione editoriale è una traduzione finalizzata alla creazione di testi destinati alla pubblicazione. Si tratta di uno dei settori più complessi e allo stesso tempo più delicati per chi lavora in qualità di traduttore professionista. I motivi sono diversi e, per spiegarli, bisogna rispondere alla classica domanda da un milione di dollari: il traduttore editoriale e il traduttore letterario sono la stessa cosa?

Cosa significa diventare traduttori editoriali?

I traduttori editoriali lavorano per l’editoria, cioè per case editrici che hanno necessità di tradurre i testi di vari tipi di pubblicazione da una lingua all’altra. Le grandi case editrici diversificano la propria offerta pubblicando testi di vario tipo, dalle guide turistiche ai manuali tecnici fino alla prosa letteraria e alla poesia.

Un traduttore editoriale è un traduttore che si mette a disposizione di una casa editrice per tradurre vari tipi di testo, anche se con ogni probabilità finirà con lo specializzarsi in un determinato settore. A livello di definizione, un traduttore editoriale è un traduttore che, attraverso il suo lavoro, realizza un’opera di ingegno e gode dei diritti morali e patrimoniali sulla sua opera.

Dopo aver posto queste premesse è abbastanza semplice dedurre che senza il lavoro di un traduttore editoriale non sarebbe in alcun modo possibile pubblicare un’opera straniera.

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La differenza tra traduttori editoriali e traduttore letterari

Si può dire che non tutti i traduttori editoriali sono traduttori letterari, ma che tutti i traduttori letterari sono traduttori editoriali. I traduttori letterari sono traduttori editoriali che si sono specializzati nella traduzione di opere letterarie in prosa (romanzi, racconti lunghi o brevi eccetera).

Se possibile, la traduzione letteraria è ancora più difficile della traduzione di altri tipi di testi destinati alla pubblicazione. Il traduttore letterario deve infatti “sintonizzarsi” sull’opera da tradurre e restituire, insieme al senso del testo, anche lo stile dell’autore e soprattutto le atmosfere che è stato in grado di creare con la scelta di determinate parole piuttosto che altre.

Quello del traduttore letterario è quindi un mestiere estremamente delicato che però può assicurare moltissime soddisfazioni. Molto spesso, infatti, un traduttore di romanzi diventa il traduttore ufficiale di un certo autore per una determinata lingua, finendo con il creare un sodalizio con l’autore che gli permette di capire molto a fondo sia la sua tecnica scrittoria sia di restituire nella lingua di arrivo la sua sensibilità artistica.

Quanto guadagna un traduttore editoriale?

Tradurre per l’editoria non è esattamente uno dei mestieri più redditizi del mondo. Un traduttore editoriale, esattamente come ogni altro collega, viene pagato a cartella, cioè si stabilisce un prezzo per la traduzione di una singola cartella editoriale e si moltiplica il prezzo per il numero di cartelle editoriali in cui il testo può essere diviso.

Naturalmente la serietà della casa editrice con la quale si collabora in qualità di professionista è assolutamente fondamentale per ricevere pagamenti puntuali e adeguati al lavoro svolto. Un altro punto da tenere in considerazione al momento della scelta della casa editrice con cui collaborare è: sulla copertina delle opere tradotte il nome del traduttore compare insieme a quello dell’autore oppure no? Purtroppo, uno dei grandi problemi della traduzione editoriale è che spesso i traduttori sono lasciati in un immeritato anonimato.

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